Un recente sondaggio congiunto di opinione pubblica tra Giappone e Cina ha rivelato un drammatico deterioramento delle impressioni dei cinesi sul Giappone, con l’87,7% degli intervistati cinesi che ha dichiarato che la propria opinione sul Giappone era “scadente” o “relativamente scadente”. Ciò segna un sorprendente aumento di 24,8 punti rispetto all’anno precedente e rappresenta la seconda cifra più alta dal 2013. Il sondaggio, condotto da The Genron NPO e China International Publishing Group, ha sollevato preoccupazioni sull’impatto della disinformazione e del sentimento anti-giapponese che circolano sulle piattaforme di social media cinesi.
I risultati del sondaggio mostrano un netto contrasto tra gli atteggiamenti cinesi e giapponesi. Mentre le opinioni cinesi sul Giappone sono peggiorate in modo significativo, le impressioni giapponesi sulla Cina sono rimaste relativamente stabili, con l’89% degli intervistati giapponesi che ha dichiarato una visione “scadente” o “relativamente scadente” della Cina. Questa disparità è particolarmente degna di nota dato che non ci sono stati grandi scontri tra le due nazioni nell’ultimo anno che potrebbero spiegare un cambiamento così drastico nel sentimento.
Uno dei risultati più allarmanti del sondaggio è il forte aumento degli intervistati cinesi che considerano le relazioni tra Giappone e Cina “poco importanti” o “relativamente poco importanti”. Questa cifra è aumentata di 40,5 punti su base annua al 59,6%, raggiungendo un livello record. Al contrario, il 67,1% degli intervistati giapponesi considera ancora le relazioni tra Giappone e Cina “importanti” o “relativamente importanti”. Questa crescente disconnessione nelle percezioni delle relazioni bilaterali potrebbe avere implicazioni significative per i futuri legami diplomatici ed economici tra le due potenze asiatiche.
Gli esperti che analizzano i risultati del sondaggio indicano diversi fattori che contribuiscono al deterioramento del sentimento cinese nei confronti del Giappone. Questi includono le politiche educative anti-giapponesi di lunga data della Cina, le recenti posizioni dure adottate dal governo cinese nei confronti del Giappone e la diffusione diffusa di informazioni errate sul Giappone tramite Internet. Il ruolo dei social media nel plasmare l’opinione pubblica è stato oggetto di particolare attenzione, con le piattaforme cinesi che spesso consentono ai contenuti anti-giapponesi di proliferare senza controllo.
Uno dei problemi chiave identificati come ostacolo allo sviluppo delle relazioni tra Giappone e Cina, secondo gli intervistati cinesi, è lo scarico nell’oceano di acqua trattata dalla centrale nucleare n. 1 di Fukushima. Circa il 36% degli intervistati cinesi ha citato questo come una preoccupazione importante. L’amministrazione cinese ha costantemente definito l’acqua trattata come “acqua contaminata dal nucleare” e ha mobilitato i media controllati dallo Stato per descrivere l’acqua come pericolosa nonostante le prove scientifiche del contrario.
Il sondaggio ha anche evidenziato il ruolo significativo dei dispositivi mobili e dei media cinesi nel plasmare l’opinione pubblica sul Giappone. Con oltre la metà degli intervistati cinesi che ottengono informazioni sul Giappone da dispositivi mobili, il potenziale per la rapida diffusione di disinformazione è considerevole. I social media cinesi, che sono attentamente monitorati dalle autorità, spesso consentono la libera circolazione di post diffamatori sul Giappone, fungendo potenzialmente da sfogo per la frustrazione pubblica.
Le implicazioni di questo deterioramento dell’opinione pubblica vanno oltre il semplice sentimento. Ci sono crescenti preoccupazioni circa il potenziale collegamento tra la retorica anti-giapponese online e i recenti attacchi fisici ai giapponesi in varie parti della Cina. Se esiste un collegamento del genere, sottolinea le gravi conseguenze nel mondo reale della disinformazione online incontrollata e dell’incitamento all’odio. La situazione attuale pone sfide significative per entrambi i governi nel tentativo di gestire complesse relazioni bilaterali.
Sebbene la Cina abbia recentemente compiuto alcuni gesti positivi, come l’accordo di riprendere gradualmente le importazioni di prodotti marini giapponesi e il ripristino delle esenzioni dal visto per i visitatori giapponesi di breve durata, questi sforzi potrebbero essere compromessi dal sentimento pubblico negativo prevalente.
Mentre gli scambi interpersonali tra Giappone e Cina lottano per riprendersi nell’era post-COVID, la dipendenza dalle informazioni online in entrambi i paesi è aumentata. Questo cambiamento ha creato un ambiente in cui il discorso estremo può prosperare, ostacolando potenzialmente la cooperazione tra le due nazioni. I risultati del sondaggio servono come un campanello d’allarme per entrambi i governi per affrontare la diffusione della disinformazione e lavorare per promuovere percezioni più equilibrate e accurate l’una dell’altra tra i loro cittadini.